Le mie 3 professioni

1 – Il teatro

Spesso mi sono chiesta il motivo per cui ho scelto di fare teatro.
Passione irrefrenabile?
Amore per la cultura?
La risposta è che non lo so.
Forse solo per non smettere di giocare.
I bambini recitano in modo molto serio quando giocano. Sono dei veri professionisti.
Credo di aver voluto prolungare il tempo del gioco e di quel mondo immaginario.
Il teatro, in fondo, è proprio questo: un gioco fatto molto seriamente.

2 – Il doppiaggio

Le voci degli attori dei vecchi film in bianco e nero mi hanno affascinata e rapita da che ho memoria.
Ho adorato quelle voci e anche oggi penso siano insuperabili e del tutto inimitabili.
Ho cominciato con il teatro ma il doppiaggio è (diciamo così) “capitato” nella mia vita lavorativa praticamente (fin da) subito.
Un'allegoria sul doppiaggio e il teatro?
Cito quello che veniva detto di Ginger Rogers:
“Ha fatto tutto quello che faceva lui, solo che lo faceva all'indietro e sui tacchi a spillo.”

3 – La pubblicità

Nella mia professione “dare voce alla pubblicità” è arrivato per ultimo ed è decisamente la terza declinazione del lavoro di attrice e doppiatrice.
Insomma, una diretta conseguenza di tutto il resto.
E una sfida: riuscire ad emozionare in una manciata di secondi.
Una vera e propria acrobazia di voce e di sensibilità.

Le cose importanti

Sono sincera: il mio lavoro “non è” la mia vita.
Non è un’affermazione popolare. Lo so.
Amo il mio lavoro e lo faccio con serietà, disciplina e divertimento da oltre 25 anni e voglio continuare a farlo.
Nonostante le soddisfazioni lavorative negli anni ho imparato a dare il giusto peso a molte cose, cercando di avere un’idea sobria di me stessa. In genere, per un attore, non è la cosa più semplice del mondo.
Ma per me, vale la regola del “meno stress e più divertimento”. Io la chiamo libertà.
Mio marito e mio figlio vengono sempre e comunque prima del mio lavoro, ma non sarebbe così se in cima alla mia lista non ci fosse una Persona che non ha eguali.